They took away our voice

Donne a cui hanno strappato la voce: un racconto di speranza attraverso la fotografia

“Si sono presi la nostra voce. Allora noi racconteremo la nostra storia con le immagini”.
Questo è il titolo evocativo della straordinaria mostra fotografica che sarà ospitata a Villa Savorgnan di Lestans (PN) dal 23 novembre all’8 dicembre 2024. L’evento raccoglie oltre cinquanta scatti realizzati da donne del campo profughi di Diavata, Grecia, che attraverso la fotografia hanno trovato un mezzo per riaffermare la loro identità e il loro diritto di essere ascoltate.

Un progetto di emancipazione e speranza

La “Photography School” è nata a Diavata nel novembre 2020, all’interno di Casa Base, un rifugio sicuro creato dall’Ong Quick Response Team (QRT) per sostenere la popolazione femminile del campo. Guidato dal fotografo friulano Mattia Bidoli, il progetto fornisce a donne e ragazze un’opportunità unica: un’aula protetta dove la fotografia diventa un mezzo di espressione personale e una finestra verso il mondo.

“Fotografare insegna a non avere paura,” spiega Bidoli. “È un mezzo per esplorare, per conoscersi e per costruire un dialogo con il mondo.” Il potere trasformativo della fotografia emerge non solo come strumento di narrazione, ma anche come terapia, un viaggio attraverso l’introspezione e la resilienza.

Donne in bilico, donne resilienti

Le protagoniste della mostra provengono da Afghanistan, Iran, Kurdistan, Iraq e Siria. Con età comprese tra i 10 e i 34 anni, queste donne hanno affrontato sfide devastanti: dalla negazione dell’istruzione al matrimonio infantile, fino alla fuga da conflitti e persecuzioni.

Le loro opere fotografiche, cariche di significato e pathos, raccontano storie di crudeltà, ma anche di speranza e riscatto. Ogni scatto è un frammento di vita sospesa tra passato e futuro, un grido silenzioso che attraversa le barriere di pregiudizio e indifferenza.

Un viaggio internazionale

Dal 2020, i lavori di queste fotografe hanno ottenuto ampio riconoscimento in Europa, partendo con esposizioni da Palmanova, sono arrivate fino a Berlino, Merano, Hittisau (Austria) e ora sono ritornate in Friuli. I loro scatti sono stati pubblicati su testate prestigiose come CNN e il Venerdì di Repubblica, e hanno vinto premi internazionali come il World Peace Photo Award e il Single Shot Festival della fotografia etica.

La mostra, organizzata dal Circolo Fotografico Palmarino in collaborazione con il CRAF e i Comuni di Sequals e Palmanova, rappresenta un simbolo potente in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

Un messaggio universale

“Ogni donna ha diritto a una vita senza violenza,” sottolinea il Sindaco di Sequals, Enrico Odorico. “Questa mostra racconta storie che superano i confini culturali e religiosi, toccando corde universali di umanità e speranza.”

Silvia Savi, Assessore alla Cultura del Comune di Palmanova, aggiunge: “La fotografia ha avuto un impatto profondo su queste donne, e ora quel messaggio potente sta viaggiando oltre i confini, sensibilizzando il pubblico europeo.”

Informazioni pratiche

La mostra sarà aperta dal 23 novembre all’8 dicembre 2024, con i seguenti orari:

  • Lunedì – Giovedì: 14:00-19:00
  • Venerdì, Sabato e Domenica: 09:00-12:00 e 14:00-19:00

Sono previste visite guidate per gruppi e scolaresche su prenotazione.

Per informazioni:
Telefono: 338 1487127
Email: [email protected]

Con questa mostra, il Friuli non solo accoglie storie di dolore e riscatto, ma diventa un ponte per amplificare un messaggio di pace e speranza.

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