Repubblica nomade espone al Bios Bar in via Carducci 2.
La Repubblica Nomade è uno spazio in movimento aperto, dove il nomadismo diventa possibilità di sperimentazione di un diverso modo di vivere e di stare al mondo.
Nasce nel 2011, con un processo spontaneo di aggregazione di persone che hanno condiviso la volontà di rompere il senso di impotenza e di paralisi che sembrava essersi impossessato del paese Italia, eleggendo lo spostamento e l’avventura a messaggio irradiante, i singoli passi del cammino come simbolo di punti necessari per “ricucire” il paese. Da allora I nostri grandi cammini: nel 2011 da Milano a Napoli, Stella d’Italia nel 2012, Freccia d’Europa nel 2013, per un’Europa più vicina all’idea dei suoi fondatori, il Cammino Siciliano nel 2014 e il Cammino a Cuncordu in Sardegna nel 2015, il Sogno dell’Europa nel 2016. Imprese difficili, quasi impossibili, organizzate in modo completamente volontario, permettendo ai camminatori una partecipazione gratuita, per poter coinvolgere quante più persone possibile attorno all’idea di partenza di “presa di responsabilità”.
«Lo testimoniamo con i corpi in movimento, unendo mente, cuore, viscere, realtà e sogno, sentimento e visione, combattimento e invenzione.»
Per Le vie delle Foto 2017 portiamo “Il sogno dell’Europa”.
Vogliamo condividere e raccontare attraverso le immagini una piccola parte delle emozioni e delle storie del nostro progetto. Nel 2016 Repubblica Nomade ha realizzato un grande cammino di pace nei Balcani: dalla Risiera di San Sabba a Trieste, teatro di orrori compiuti durante la Seconda Guerra Mondiale, fino a Sarajevo, città da cui è partita la scintilla che ha dato l’avvio alla Prima guerra mondiale e che è stata martirizzata durante le recenti guerre balcaniche, condividendo poi il Cammino di Pace di Srebrenica.
I nostri passi hanno collegato le due devastanti guerre mondiali del nostro continente con le più recenti che vi si sono svolte. Abbiamo voluto ricordare, con la nostra presenza e fatica fisica, cosa cova da tempo in Europa, che sembra non avere ancora imparato la dura lezione; ricordare che quanto è successo non è stato un evento straordinario, che ci illudiamo non possa mai più ripetersi, ma una terribile possibilità sempre presente.
Abbiamo camminato perché una nuova Europa inizi a esistere, almeno nel cuore delle persone con cui siamo entrati in contatto.