Sono nato a Trieste nel 1950, mi sono trasferito a Modena nel 1994 dove ho lavorato e vissuto fino al 2011. Dal 2012 vivo a Monfalcone (GO) dove sviluppo a pieno titolo l’interesse per la Fotografia.
Il condizionamento inconscio dell’arte di mio zio, pittore informale triestino, l’apprendimento in giovanissima età dell’uso della macchina fotografica indotto da mio padre e l’attività di ricerca sperimentale sui meccanismi neurofisiologici del controllo oculomotorio e dei processi cognitivi a esso correlati, mi hanno portato a dedicarmi alla fotografia.
Il filone principale di ricerca fotografica che caratterizza l’amore per quest’arte è l’intenderla come astrazioni del mondo che ci circonda.
Ho partecipato, fin dal 2008 a diversi concorsi tra i quali: “Momenti di Vita” a Cervignano del Friuli, “International Exibition of Photography Permanent Competition”, al Concorso Nazionale per il 150° dell’Unità d’Italia “Passioneitalia”,
Le mie foto sono state pubblicare in vari cataloghi: Tempo Fotografico 12°” Edizione dal titolo “Immagini Sonore”; “Astrazioni: Percezioni informali dello Spazio”; “Il Labirinto”; “Watch and Image”.
La rivista “Il Fotografo” ha pubblicato diverse mie foto nel corso degli anni e ne sono stato anche collaboratore con la rubrica “Appunti sul Sistema Visivo-Neurofotografia”.
Attualmente sono socio ordinario FIAF, del CF Il Labirinto, del NPA (Nikon Photographer Advanced), del FotoClub Lucinico. E sono cofondatore del gruppo artistico DILAISMO Bologna con annesso catalogo.
Alcune mie mostre.
2009: Modena, “Astrazioni: Fotografia Pittorica”; Modena,“Immagini sonore” con l’opera “Toni alti toni bassi”.
2010: Trieste, “Omaggio a Trieste: percezioni informali dello spazio.
2011: Modena, “Movimento Statico”; Roma, “Watch and Image”.
2012: Ferrara, “Percezioni Informali dello Spazio”; Trieste, collettiva “Le vie delle Foto”.
2013: Trieste, “Watch and Image”; Trieste, “Le vie delle Foto”.
2014; Ferrara, “Watch ed Image; Hamburg, “Mental Adventures”.
2015: Barcellona,“ART EXPO”; Venezia, collettiva “TRANS FIGURAZIONE”, nell’ambito di Photissima; Trezzo sull’Adda, Biennale della Fotografia Italiana; Lugano, Lugano Photo con “Reportage Mentale”; Milano, “dalla Percezione alla Allucinazione”; Genova, Genova Contemporanea.
2016: Roma, ArtExpo February; Parma, ArtParma Fair; Bologna, DILAISMO trasparenzestetiche – trasparenzedellanima.
Alcune mie opere sono in mostra permanente a Padova, presso MAG (Mediolanum Art Gallery).
Il titolo della mostra che porto a Le vie delle Foto 2017 è Dall’IMMAGINAZIONE all’ALLUCINAZIONE e
ve la racconto con le parole del dottor Michele Govoni.
“La ricerca, all’interno delle pieghe del reale, di un mondo onirico, visionario, immaterialmente astratto, sembra essere al centro della ricerca fotografica di Leopoldo Bon.
Immagini solo apparentemente astratte ci accolgono mostrandoci un mondo che sembra essere nato da un subconscio di cui si è impadronita l’allucinazione e si evolvono calamitando la nostra attenzione su particolari inaspettati, schizzi di luce improvvisi, lacerti di realtà che sembrano volersi sottrarre di continuo alla nostra attenzione.
Quale stupore, invece, accorgersi che si tratta di particolari del nostro stesso mondo, incapsulato in un frame fotografico, estrapolato e isolato da quello stesso reale, quasi a farne un campione da esaminare sotto la lente indagatrice di un microscopio.
Leopoldo Bon ci pone di fronte ad una nuova verità che ci racconta di come siamo in continuo e minacciato equilibrio tra ciò che vediamo veramente e ciò che, invece, può nascondersi dietro l’oggetto della nostra visione.
Il fotografo-artista (e l’appellativo non è casuale se affidiamo al termine “artista” quella caratteristica semantica che lo vuole come un lettore e trasmettitore di un reale nascosto ai più) si affida a supporti innovativi che, nell’elemento lucido della materia, sembra voler far scorrere via lo sguardo ma solo dopo che questo vi si sia “dissetato” ed al tempo stesso vi si sia rispecchiato. Una ricerca che, prendendo avvio da una forma tradizionale, arriva qui a esiti di sorprendente novità con una morfologia del supporto e, quindi, dell’intera opera, che abbandona la geometrizzazione tradizionale, per esplorare in maniera nuova le possibilità offerte dalla tecnica.”